Teatro La Fenice
 Archivio storico

Autore del testo letterario
Cammarano Salvatore
Napoli, 10 Marzo 1801 - Napoli, 17 Luglio 1852
Compositore
Donizetti Gaetano
Bergamo, 29 Novembre 1797 - Bergamo, 8 Aprile 1848

Lucia di Lammermoor

dramma tragico in due parti (sc 5; 6, 9) di Salvatore Cammarano, musica di Gaetano Donizetti
Luogo di rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice
Data : Sabato 23 Gennaio 1847, ore 20:00
Stagione: Stagione di Carnevale-Quaresima
Prima assoluta: Napoli, Teatro San Carlo, 26.IX.1835
Tratto da: The Bride of Lammermoor, di Walter Scott
PersonaggiInterpreti
1. Lord Enrico Asthon Cesare Badiali 
2. Miss Lucia
     di lui sorella
Caterina Hayez 
3. Sir Edgardo di Ravenswood Flavio Lazzaro 
4. Lord Arturo Buclaw Angelo Zuliani 
5. Raimondo Bidebent
     educatore e confidente di Lucia
Giuseppe Lodi 
6. Alisa
     damigella di Lucia
Marietta De Rosa Zambelli 
7. Normanno
     capo degli Armigeri di Ravenswood
Carlo Crosa 
Responsabili 
Scenografo Giuseppe Bertoja 
Libretto:

Lucia di Lammermoor. Dramma tragico in due parti parole di Salvadore Cammarano musica del maestro Gaetano Donizetti da rappresentarsi nel gran teatro La Fenice La Stagione di carnovale e quaresima 1846-47, Venezia, Tipografia di Giuseppe Molinari, s.d., 24 pp., 19,5 x 12 cm, Dramm. 544.


Mutazioni di scene:

I.1: Atrio nel castello di Ravenswood. I.4: Parco. Sul davanti gli avanzi della così detta fontana della Sirena. Notte. pII,I.1: Appartamenti di Lord Asthon. pII,I.4: Sala. Nel fondo gradinata, alla cui sommità è una porta. pII,II.1: Salone terreno nella torre di Wolfrag, adiacente al vestibulo. Una tavola spoglia d'ogni ornamento, ed un vecchio seggiolone ne formano tutto l'arredo. Vi è nel fondo una porta che mette all'esterno: essa è fiancheggiata da due finestroni, che avendo infrante le invetriate, lasciano scorgere gran parte delle rovine di detta torre, ed un lato della medesima sporgente sul mare. E' notte; il luogo vien debolmente illuminato da una smorta lampada. Il cielo è orrendamente nero; lampeggia, tuona, ed i sibili del vento si mescono coi scrosci della pioggia.


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