Teatro La Fenice
 Archivio storico

Autore del testo letterario
Solera Temistocle
Ferrara, 25 Dicembre 1815 - Milano, 21 Aprile 1878
Compositore
Verdi Giuseppe
Roncole di Busseto (Parma), 10 Ottobre 1813 - Milano, 27 Gennaio 1901

Attila

dramma lirico in un prologo e tre atti (sc 7, 6, 6, 6) di Temistocle Solera, musica di Giuseppe Verdi
Luogo di rappresentazione: Venezia, Teatro La Fenice
Data : Martedì 17 Marzo 1846, ore 20:00
Stagione: Stagione di Carnevale-Quaresima
Prima assoluta: Prima rappresentazione assoluta
Tratto da: Attila, König der Hunnen, di Zacharias Werner
PersonaggiInterpreti
1. Attila
     Re degli Unni
Ignazio Marini 
2. Ezio
     Generale Romano
Natale Costantini 
3. Odabella
     figlia del Signore di Aquileia
Sophie Loewe 
4. Foresto
     Cavaliere Aquilejese
Carlo Guasco 
5. Uldino
     Giovane brettone Schiavo d'Attila
Ettore Profili 
6. Leone
     Vecchio Romano
Giuseppe Romanelli 
Responsabili 
Scenografo Giuseppe Bertoja 
Costumista Giuseppe Battistini 
Libretto:

Attila. Dramma Lirico in un Prologo e tre Atti poesia di Temistocle Solera musica di Giuseppe Verdi da rappresentarsi nel gran teatro La Fenice Nella Stagione di Carnovale e Quadragesima del 1845-46, Venezia, Dalla Tipografia di Giuseppe Molinari, s.d., 28 pp., 18,5 x 11,5 cm, Dramm. 533; Id., 19 x 11,5 cm, Dramm. 534.


Mutazioni di scene:

P.1: Piazza di Aquileja. La notte vicina al termine è rischiarata da una grande quantità di torcie. Tutto all'intorno è un miserando cumulo di rovine. Qua e là vedesi ancora tratto tratto sollevarsi qualche fiamma, residuo di un orribile incendio di quattro giorni. P.6: Rio-Alto nelle Lagune Adriatiche. Qua e là sopra palafitte sorgono alcune capanne, comunicanti fra loro per lunghe asse sorrette da barche. Sul davanti sorge in simil guisa un altare di sassi dedicato a S. Giacomo. Più in là scorgesi una campana appesa ad un casotto di legno, che fu poi il campanile di S. Giacomo. Le tenebre vanno diradandosi fra le nubi tempestose: quindi a poco a poco una rosea luce, sino o che (sul finir della scena) il subito raggio del sole innondando per tutto, riabbella il firmamento del più sereno e limpido azzurro. Il tocco lento della campana saluta il mattino.


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